La tribù dei Mentawai - Indonesia


I Mentawai sono l’ultimo gruppo aborigeno “scoperto”, o così interpretano gli occidentali, i quali hanno la tendenza a definire “scoperta” qualcosa di nuovo per loro, ma che al mondo c’è sempre stato, spesso anche prima di loro - vedi la scoperta delle Americhe di Colombo.

Arriviamo al villaggio tra i colori accesi del tramonto. Mi viene presentato lo sciamano, che al contrario di ogni altro asiatico, mi accoglie con un forte abbraccio stringendomi tra le sue minute e deboli braccia - e forse un po' mi mancava un abbraccio così. Ha un’orchidea rossa su di un orecchio, i capelli raccolti in un pezzo di stoffa e le parti intime coperte da una fibra ricavata da un albero. Il marsupio è l’unico oggetto moderno, è comodo e dura più di quello artigianale ottenuto con un cocco. All’interno ci trasporta un piccolo coltello, un accendino e delle foglie di banane secche con le quali rollarsi del tabacco da fumare. Sì, perché il tabacco ha “conquistato” anche questi villaggi. Furono proprio lo zucchero e il tabacco i due elementi che utilizzarono i missionari per stabilire un contatto con gli indigeni. Da allora la dipendenza ha preso il sopravvento. Basti pensare che sugli altipiani himalayani le persone non avevano grandi problemi odontoiatrici e i denti mostravano una resistenza maggiore.
Successivamente, le multinazionali sono arrivate fin sopra le alte punte con i loro prodotti: le merendine, i biscotti dolci e salati - i loro zuccheri velenosi. Così ecco un nuovo problema ed una nuova dipendenza che prima ancora non si conosceva. Oggi quando vai a visitare le isole Mentawai sei quasi obbligato a presentarti con zuccheri e sigarette, altrimenti partiresti con il piede sbagliato, una condizione che a nessuno piacerebbe.


Entro nella capanna che ospita un’intera famiglia: gli uomini stanno sgozzando un maiale mentre i bambini ci giocano tranquillamente intorno. La scena sanguinosa però non mi disturba, c’è una bell’energia qui dentro, sembrano davvero spensierati. Del maiale vengono cucinate prima le orecchie, poi dopo un’ora tutto il resto. Le donne servono del pesce appena pescato in attesa del suino, così da stuzzicare l’appetito. Il sagu è uno degli alimenti sempre presenti nella cucina dei Mentawai: è un tronco di palma grattugiato e lavorato con l’acqua. È stato scoperto da loro e serve ad accompagnare tutti i cibi, è l’equivalente del nostro pane. Come bevande la storia è la stessa degli ultimi paesi, ancora l’alcolico e disgustoso vino di palma.


Gli sciamani di questa tribù si distinguono per i loro tatuaggi, hanno lo scopo ornamentale e sono un vero e proprio omaggio alla natura. Vengono aggiunti e tramandati di volta in volta, da sciamano a sciamano: le tre righe che partono dal mento e attraversano la gola disegnano un arco, simbolo di forza, ma è anche una collana. Una serie di tratti e punti neri rappresentano le corde con i suoi nodi e indicano il legame alle tradizioni. Le righe orizzontali sulle gambe rappresentano la stabilità alla terra, i piedi forti e radicati su quest’isola. I tatuaggi sono sempre stati il loro unico principale abbigliamento. Esiste ancora un’ampia gamma di disegni, alcuni servono a distinguerli per clan, come un passaporto moderno, altri invece raccontano la storia di chi lo indossa. Il tatuaggio viene eseguito con strumenti tradizionali e naturali: il disegno viene inciso leggermente con un ago di palma, poi viene bucato con un osso o un legno affilato, i colori sono estratti dallo sciroppo di canna da zucchero e gusci di cocco carbonizzati.

L’unico disegno in comune che tutti gli sciamani possiedono è la palma di sagu, considerata l’albero della vita. Il sagu è l’alimento base per i Mentawai e tutti i loro animali domestici.
Le donne invece, tradizionalmente si limano i denti per renderli appuntiti e, secondo loro, più belli. La cosa funziona così: in quattro tengono ben fermo il corpo e altri due si occupano della bocca, la settima persona è l’incaricata a scalfire con forza la pietra sui denti. Le urla di dolore si riescono a sentire per tutta l’isola. Questa pratica oggi è stata proibita dal governo per le gravi conseguenze che ne comporta all’apparato.
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I missionari italiani in passato li obbligarono a coprire tutte le parti del corpo, riuscendo a modificare alcune loro abitudini, poi ci fu la brutale oppressione culturale da parte del governo considerando fuorilegge ogni pratica dei Mentawai, dallo sciamanesimo alle medicine naturali, addirittura i capelli lunghi vennero loro proibiti, Negando ogni tipo di diritto umano sotto gli occhi di organizzazioni internazionali “occupate” a salvare gli animali dell’isola piuttosto che i popoli indigeni.
Quelle zone, dove la natura era dominatrice e difficile da raggiungere, diventarono il luogo che accolse questa tribù fino ad oggi. Nel cuore di queste isole l’animismo resta ancora la religione dei Mentawai e per fortuna le antiche tradizioni non si sono perse...

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